Sempre sulla cresta dell’onda… intervista a Kino

Estratto dell’intervista di Arianna Trusgnach per Chèi de Bèrghem:

Siete nati con l’intento di divertirvi. Dopo tanti anni e questo grande successo, il senso dello stare assieme è ancora vivo e vi porta a girare ovunque.

Tra le fila della vostra band sono passate tante persone. Mi raccontavi di una trentina di musicisti, una decina di fonici, una ventina di tour manager.

Come simpaticamente hai lanciato tu l’idea, si potrebbe creare, solo con la loro presenza, una mega festa degli ex. Ahahahah! Ma chi sono gli Arpioni di oggi?

Sono sogni che, a volte, confesso di avere.

Tempo fa, in occasione del trentennale, mi sarebbe piaciuto farlo. Ma non è per nulla facile mettere insieme tante persone, oltre al fatto che alcune non ci sono più. Gli Arpioni oggi sono una band multigenerazionale (almeno tre!).

Con l’amico Franco Skarpellinichitarrista, ormai sodali dalla prima ora, c’è un’intesa che ci permette di procedere a occhi chiusi. Con lui ho molte vedute in comune, seppur con approcci anche diversi. Quel che conta è che condividiamo valori e modalità.

Sarà anche per via del nostro passato di percorsi di militanza politica e sociale che ci hanno visti protagonisti. Spesso ci siamo passati il testimone dell’attivismo e sempre abbiamo percorso assieme quelle strade.

Poi c’è Francesco Puccio Puccianti, bassista, il mio compare di origini e di ancestralità centritaliane. Lui è un vero istrione e amante delle tradizioni, ma con un’apertura di vedute che mi trova complice.

Poi il giovanissimo batterista Thomas Poletti, che ci ha portato nuova grinta e una miriade di battute sceme, che però ci fanno morire dal ridere nei nostri lunghi viaggi.

Poi c’è Andrea Cipi Locatelli, tastierista, che ha un passato nello Ska con gli Askers ed è un po’ il cervellone del gruppo. Infatti nella sua seconda vita parallela è un rinomato ricercatore di biologia del San Raffaele di Milano.

A lui chiediamo sempre le cose più assurde: i nomi dei ragni, la vita dei pipistrelli, le formule, gli aggiornamenti dei vaccini e tant’altro… A volte risponde anche seriamente :-)))

Poi c’è Alessandro Marzetti alla tromba, il jazzista che erudisce la banda in scale e armonie. E’ pure un bel guaglione e te ne accorgi perché sotto il palco, dalla sua parte, ci sono sempre tipe e tipi in visibilio :))). E comunque suona bene, eheh…

Poi abbiamo Andrea Ocera che, col suo sax semiossidato, dà quel tocco vintage alla sezione fiati. Lui è il meno chiacchierone di tutti, ma parla con gli occhi. In base a come li strizza, capisci che tutto sta andando bene o c’è qualcosa che non va. Il linguaggio del corpo è fondamentale quando sei in tanti.

Per ultimo Giovanni Sgorbatiche ha innestato nella banda quel suono che mi mancava: il trombone in pianta stabile che chiude il cerchio di quello che ci piace. Lui, seppur giovane, ha una bella esperienza di concerti e soprattutto nello Ska. L’attitudine conta!

Con ognuno di essi potrei finire gli ultimi anni della mia vita in qualche chiosco di birrette sul mare a scherzare sul senso della vita e a commentare gli istanti con ironico affetto.

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